venerdì 10 giugno 2022

Stravolge le nostre rigidità

1 Re 19,9.11-16 e Matteo 5,27-32

Non ripudiamo nessuno, perché quella scelta espone all'adulterio. Le parole del Vangelo di oggi, hanno nel superamento del criterio della giustizia legale - quella degli Scribi e Farisei -, la giusta interpretazione e il nuovo criterio di discernimento.
Non facciamoci promotori delle condizioni, nelle quali i nostri fratelli si sentano degli scartati, dei rifiutati o peggio ancora schiacciati dal nostro giudizio. Non ascoltiamo queste parole del Vangelo, senza ascoltare il cuore di Gesù; queste parole non sono semplici divieti, rispetto ai quali esercitare la censura dei desideri o dei pensieri; una operazione che può portare persino alla negazione o privazione di noi stessi. Gesù non vuole porre dei divieti e tanto meno caricarci di pesi morali che siamo incapaci di portare. Tutto questo corrisponderebbe a una giustizia legale. Forse occore considerare che la legge come Parola di Dio, nessuno l'ha mai compiuta se non Gesù, è lui il compimento della legge. Ecco allora che quello che egli dice è semplicemente ciò egli umanamente ci ha insegnato e chiesto di fare. Gesù non ha vissuto delle leggi ma è stato egli stesso un comandamento: amore per Dio e amore per il prossimo; un assoluto, che dobbiamo fare precedere in noi. Nelle parole di Gesù comprendiamo la nostra fragilità e tutto il nostro limite esistenziale, ma questo nulla toglie, all'urgenza di manifestare l’amore, un amore che, se dato, deve essere sempre vero. Non tutto, magari, ma tutto vero. Non perfetto, ma vero.

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