mercoledì 8 giugno 2022

Sono venuto a dare pienezza ...

1 Re 18,20-39 e Matteo 5,17-19

Se il nostro rapporto con la Scrittura è del tipo farisaico (cioè come quello degli scribi e farisei) non c'è scampo alla aridità e al formalismo, per cui il compimento non può ché essere un approfondimento normativo, canonico, legislativo.
Ma se il nostro modo di ascoltare la Scrittura è come quello di chi "intercetta" la Parola e si lascia toccare e scaldare da ogni singola espressione - perchè ogni parola del Signore non è casuale -, allora ogni parola sarà al tempo stesso rivelazione di verità, ma insieme capace di realizzate ed esprimere compiutamente quell'amore del Padre che è incluso anche in ogni singolo "iota".
Allora la Scrittura non sarà solo fonte di intuizione o rivelazione del mistero Dio, ma seppure nel suo limite, sarà espressione di pienezza: verità dell’amore di cui i comandamenti di Dio non sono solo una normativa fonte di esperienza; non sono infatti dei divieti, ma espressione di un abbraccio che custodisce e protegge.

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