venerdì 17 giugno 2022

Il tarlo della ricchezza

2 Re 11,1-4.9-18.20 e Matteo 6,19-23

Quando la "ricchezza" rappresenta il criterio esterno alla nostra vita, come il luccicare che ci abbaglia, ma ugualmente interessante e affascinante, le conseguenze per noi e sulle nostre scelte sono devastanti: si diventa degli accumulatori seriali e il cuore non è più libero ma vincolato alle compensazioni derivanti dalle "cose". Questo è vero sempre, indipendentemente da ogni riferimento spirituale o religioso.
Per quanto riguarda il nostro rapporto con la ricchezza, Gesù non ha dubbi nell'affermare che la vera ricchezza è la nostra relazione con il Padre. Non è questione di avere, ma di appartenere. Non è questione di possedere qualcosa, ma di non farsi possedere. Non si tratta solo di evitare i beni materiali, ma di rifuggire l'idolatria derivante dalla ricchezza. Quando la ricchezza non è più uno strumento ma un criterio, si genera in noi l'idea sbagliata del "tesoro": desideriamo spesso ciò che è fuori di noi, badando poco alle cose preziose che sono in noi, nel nostro corpo e nel nostro animo, e che ci fanno discernere il bene dal male.

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