martedì 21 giugno 2022

Cani, porci, porte strette e vie anguste

2 Re 19,9-11.14-21.31-35.36 e Matteo 7,6.12-14

Oggi il vangelo si presenta estremamente pungente e pragmatico, almeno così lo recepisco. Nelle parole di Gesù, appaiono due animali tradizionalmente “impuri”, il cane e il porco. Sono il riferimento a una immagine consueta per gli ebrei al tempo di Gesù: con il nome “cane” si identificavano i sacerdoti dei culti cananei della fertilità, “prostituti sacri” dei Baal.
"Cose sante e perle", più che a un riferimento alle norme e precetti del culto ebraico, dalle parole di Gesú, assumiamo il parallelismo con il Vangelo come dottrina pura e preziosa che può anche essere deformata se noi stessi non la accogliamo e custodiamo come tale.
Noi, discepoli del Signore, infatti, possediamo perle preziose e cose sante, che sono la relazione esistenziale con lui, data dal battesimo; la sua parola che è Vangelo e i segni che ci ha lasciato, i  sacramenti. Tutte realtà che non vanno semplicemente custodite e difese. Esse rappresentano la nostra vera ricchezza, ciò che rende la nostra vita preziosa e degna dei figli di Dio. Tutto ciò non va trascurato, o tralasciato, ma va alimentato, perché in realtà è il meglio di noi stessi; dove il volto di Gesù si rispecchia in noi  con maggiore evidenza. Ma nella vita non è sufficiente tutelare il nostro tesoro, di fatto percorriamo strade anguste ed è evidenza di tutti la ricerca di una qualche porta stretta. Per chi crede questa strettoia, non sempre facile, è la scelta di seguire il Signore. Una porta spesso difficile da trovare, perché corrisponde alla propria vocazione, ma è al tempo stesso necessario trovarla, per giungere alla meta del cammino.

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