sabato 18 giugno 2022

Servi di due "Signori"

2 Cr 24,17-25 e Matteo 6,24-34

Una commedia di Carlo Goldoni, intitolata "Arlecchino servitore di due padroni" mette a nudo le dinamiche di chi non riesce a scegliere per sé il proprio "padrone" e che, per non svelare la propria ingenua doppiezza e perseguire il proprio intento, ovvero approfittarsi della situazione, intreccia e complica la storia all'inverosimile, creando solo equivoci e guai.
Il testo greco del vangelo dice proprio due "kirios", cioè Signori, d'altronde per Gesù e per ogni pio israelita è chiaro che di Signori non ce n'è che uno solo.
Ma chi è oggi il nostro Signore? Forse semplicemente noi stessi. Oggi giorno, l'autoreferenzialità rappresenta la prima vera idolatria, seguita dal possesso del denaro e delle ricchezze in genere, un pericoloso possesso, da cui si rischia l'essere posseduti.
La pagina del vangelo pone Gesù come il Signore, da scegliere, come colui a cui ci offrirsi come servi per ubbidirgli. È difficile per noi, oggi, pensare una relazione di questo tipo. Come possiamo allora rileggere e rimeditare questa immagine per noi?
Forse proprio a partire dal Vangelo, proviamo dilatare lo sguardo del Padre che per amore, esprime tutto di sé nel prendersi la cura di noi. Avere a cuore la nostra vita, la nostra riuscita e realizzazione, fa di Dio Padre il vero nostro Signore, rispetto al quale scatta tutta la nostra riconoscenza e amorevolezza. Gesù si pone nella medesima condizione, egli ci chiama a seguirlo, il che significa seguire lui come Signore e quindi abbandonare qualsiasi altro padrone perché incapace di prendersi realmente a cuore ciò che noi siamo.

Nessun commento:

Posta un commento