venerdì 24 giugno 2022

Ricerca e gioia: la novità di Dio

Ezechiele 34,11-16 e Luca 15,3-7
Sacro cuore di Gesù


Nella parabola della pecora smarrita, Gesù paragona Dio, e anche se stesso a un pastore. Nel suo tempo, i pastori erano persone povere, che lavoravano per i latifondisti e per tutti coloro che disponevano di una discreta ricchezza e che guadagnavano sulle loro spalle. Noi spesso abituati a rileggere in chiave romantica questa parabola, trascuriamo che perdere una pecora era un evento drammatico, che poneva in serio pericolo la propria fonte di lavoro e, di conseguenza, la sopravvivenza della famiglia.
Gesù confrontandosi con questo pover’uomo disperato, esce alla ricerca della pecorella perduta lasciando il gregge. È un comportamento nuovo e risolutivo, in opposizione a quanto nessun pastore avrebbe mai fatto; nessuno si esporrebbe al rischio di lasciare incustodite novantanove pecore per salvarne solo una. Ma nello stesso tempo, quella pecora smarrita è parte essenziale della sua ricchezza, della sua possibilità, della sua stessa vita. Ecco che dalla rigida logica e comprensione razionale, Gesù si distacca per rilanciare una visione completamete nuova sulla relazione intima ed esistenziale che è il nostro essere da Dio, dal Padre: Dio vuole custodire tutti noi e allo stesso tempo amare ciascuno, perché siamo membra viva del corpo di Cristo: nessuno può mancare o essere lasciato indietro, proprio nessuno!

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