giovedì 26 aprile 2018

Atti 13,13-25 e Giovanni 13,16-20
Non c'è più tempo, storia, secoli ...

La sintesi che Paolo presenta della storia di Israele, ci dà il senso della storia della salvezza,  non semplicemente come il susseguirsi di avvenimenti nei secoli, ma come il confluire del tempo e delle vicende umane su Gesù. Da Gesù, non esiste più una progressione nel tempo ma ma il realizzarsi di una pienezza: noi oggi viviamo ed esistiamo nell'attuazione della pienezza della salvezza.
Ora, infatti, colui che doveva venire è arrivato; colui al quale non siamo degni di sciogliere il sandalo; questo suo esserci, infonde una qualità diversa al tempo e alla storia. Nel Vangelo di oggi, Giovanni ci dice: "In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato".
La relazione tra Dio e noi, oggi è generata, custodita e edificata nella piena consapevolezza che il Signore, l'inviato esiste in una vicinanza che deriva del l'accogliere il mistero di Dio nel tempo e nella storia, questa è la pienezza del tempo.
È questa accoglienza del mistero che infonde nuova qualità al tempo, alla storia e alle nostre esperienze: ineffabile presenza nell'accogliere!

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