giovedì 5 aprile 2018

Atti 3,11-26 e Luca 24,35-48
Memoria della risurrezione, non solo resoconto!

Matteo racconta l'apparizione alle donne, il superamento della paura, l'invito ad andare in Galilea e la manifestazione adombrata dal dubbio in Galilea, precedente alla ascensione al cielo. Marco racconta la drammatica scoperta della tomba vuota il mattino della risurrezione; poi l'apparizione a Maria Maddalena, l'angelo e l'invito ad andare in Galilea. Poi riferisce della incredulità dei discepoli verso le cose raccontate dalle donne, riporta il fratto dei discepoli di Emmaus; conclude con una apparizione del risorto al gruppo dei discepoli mentre sono a tavola, e in quel contesto li invia nel mondo. Luca racconta la scoperta fatta dalle donne del sepolcro vuoto, il mattino dopo il sabato, ci riferisce dell'annuncio dei due uomini in vesti sfolgoranti e ci racconta della constatazione che Pietro fa, giunto anche lui al sepolcro. Si dilunga poi nel racconto dei due di Emmaus e di come riconoscono il Signore; per poi dirci che che era apparso anche a Pietro. In quel contesto Gesù appare a tutti gli altri discepoli, e da lì ascende al cielo. Giovanni ci racconta la scoperta della tomba vuota, la ricognizione di Pietro e Giovanni, poi l'incontro tra Gesù e Maria Maddalena. La narrazione si prolunga nel riferirci della apparizione in quella sera al gruppo dei discepoli, escluso Tommaso, per poi riapparire dopo otto giorni. Il capitolo 21 è, a differenza di tutti una grande apparizione del risorto in Galilea.
I racconti degli evangelisti non sono la fotocopia l'uno degli altri, essi sono concordi nel riferire della tomba vuota ma non c'è unanimità circa le manifestazioni. La risurrezione sfugge alla trascrizione fedele degli avvenimenti per diventare incontro e manifestazione personale. La risurrezione non si imprigiona nel resoconto ma si dispiega in ogni tempo.

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