mercoledì 18 aprile 2018

Atti 8,1-8 e Giovanni 6,35-40
La vita eterna

Detto così, la vita eterna per noi, suona come la vita che non finisce, che non si esaurisce.
Nel linguaggio giovanneo, questa espressione qualifica la vita di Dio. Ma non certo, ed esclusivamente nella sua durata; ma nella qualità che deriva dall'essere la vita del Padre.
La vita di Dio, è un esistere per amore. Per amore il Padre "manda" il figlio; per amore il pane del cielo, rimane come gloriosa rivelazione e presenza della salvezza dell'uomo. La vita di Dio Padre è ciò che diventa la nostra vita se si nutre del pane del cielo, che è il suo corpo e il suo sangue, il "tutto" del risorto. D'altronde, in modo esplicito, la volontà del Padre è che il figlio donando la vita del Padre, risusciti tutti gli uomini nell'ultimo giorno; cioè quando realizzata "ogni cosa", portato a compimento tutto ciò che è creato, rimarrà solo Dio, il suo esserci, il suo esistere. La vita del padre fa partecipe il tutto al mistero divino, perché nulla, sia nulla, ovvero vada perduto.
Quando la nostra vita migliora la sua qualità, allora è solo allora si è nutrita del pane della vita, che agisce in ragione della conoscenza (fede) del Signore stesso.

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