giovedì 19 aprile 2018

Atti 8,26-40 e Giovanni 6,44-51
"Chi crede ha la vita eterna."

In una prospettiva sempre più stretta e certamente pasquale, le parole del Vangelo di oggi, si riassumono in: "io sono"="la vita del mondo". La Pasqua di risurrezione non deve essere intesa come un avvenimento straordinario, relativo alla realtà storica del Figlio di Dio, ma come manifestazione della vita di Dio rispetto al tutto. La vita di Dio è risurrezione! Il Figlio che è l'unico che viene dal Padre, che ha visto il Padre e che conosce il Padre, attraverso la fede, conduce chi crede, ad appropriarsi della propria vita come risurrezione. La nostra vita da credenti, non è quindi un atto passivo dell'esistenza, ma un vita creaturale che alimentata dal "pane della vita" (il corpo di Gesù) diviene capace di comprendersi nell'evento universale della risurrezione.
È la nostra vita credente - "Chi crede ha la vita eterna" - in quanto istruita da Dio, attraverso la Scrittura (i profeti) e l'ascolto della Parola (del Verbo che è presso Dio e che è Dio) che rivela la comunione di esistenza in Cristo e quindi la condizione permanente e  sempre attiva della risurrezione. Lasciarsi "istruire" significa: permettere a Dio di alimentare la nostra vita nella fede in lui. "Amen, Amen, chi crede ha la vita eterna"; aggiungerei: in sè stesso, per grazia!

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