martedì 29 maggio 2018

1 Pietro 1,10-16 e Marco 10,28-31
E a noi?

L'eco della domanda del giovane ricco del Vangelo di ieri risuona ancora, dopo tanto tempo: "cosa devo fare per avere la vita eterna?"
La risposta di Gesù fu: "Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi".
La vita eterna, cioè la vera possibilità di felicità, nasce nel nostro oggi attraverso la povertà come stile di vita (condividi tutto ciò che sei e considera Dio l'unica tua ricchezza); ma anche questo da solo non basta; occorre fare gli stessi passi del maestro, seguirlo nel cammino della comunione/servizio ai fratelli e nell'amore al Padre.
Non è solo una scelta, è un modo di vita che ti si impone gradualmente per la vicinanza al Signore. Più starò con Gesù, accanto a Lui, e più desidererò seguirlo nella povertà cioè nel dono di me stesso.
Pietro e gli altri, a fatica comprendono queste parole ... al punto che rivendicano qualche privilegio in cambio del fatto che seguono il maestro; che hanno lasciato tutto!
La povertà evangelica, che apre la porta della piena felicita, non è puramente una scelta tra le altre ... Non possiamo includerla del segno della adesione morale, è ben di più, è un modo di vivere, è un modo di essere ... appunto è una beatitudine ... "Gesù non considerò un tesoro gelido ma sua uguaglianza con Dio, ma spoglia se stesso per condividerai con noi" ... La povertà non è una scelta di rinuncia della ricchezza fine a sè stessa, ma lo stile della condivisione.

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