sabato 19 maggio 2018

Atti 28,16-31 e Giovanni 21,20-25
Non tutto giunge alla fine ...

Oggi sabato prima della Pentecoste, la liturgia della Parola è tutta orientata all'idea della "conclusione".
Gli Atti degli Apostoli, ci congedano attraverso l'Apostolo Paolo, giunto a Roma, per il processo: "Paolo trascorse due anni interi nella casa che aveva preso in affitto e accoglieva tutti quelli che venivano da lui, annunciando il regno di Dio e insegnando le cose riguardanti il Signore Gesù Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento."
Il Vangelo di Giovanni che ci ha accompagnato per il tempo pasquale, di conclude con questa testimonianza redazionale: "Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere."
Da entrambi gli epiloghi, emerge un dato interessante, per nessuno è stata messa la parola "fine", quasi a suggerirci che da quella prigionia di Paolo, nascerà libera la fede di un popolo, un popolo capace di accogliere il regno di Dio e di vivere ciò che il Signore ha insegnato; e dalla testimonianza di Giovanni emerge un invito a cercare e amare la verità: Giovanni ha amato la verità al punto di amare il Signore per tutta la sua vita. Un amore così intenso e molteplice che il mondo intero è insufficiente per contenerlo.
Questi epilogo ci confermano che nella Pentecoste tutto inizia per sempre!

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