venerdì 25 maggio 2018

Giacomo 5,9-12 e Marco 10,1-12
La durezza del cuore e il pensiero di Dio

Cio che leggiamo e ascoltiamo oggi nel vangelo va ben oltre alla disquisizione circa le norme umane e divine circa la prassi del divorzio (ripudio) ma ci mette di fronte alla "durezza" del cuore umano.
La durezza si esprime in molti modi, uno è però esemplare, è la sfiducia per per il pensiero di Dio.
La durezza non esprime un rifiuto ma una lontananza che predilige una, alternativa puramente umana. Ma questa alternativa spesso la rivestiamo di autorevolezza e sacralità!
Questo percorso ha però delle conseguenze inaudite per gli effetti che provoca: indifferentismo, ateismo, secolarismo, il plagio della nostra natura umana a vantaggio delle sue fragilità.
All'origine non era così! Il pensiero di Dio era a servizio di un processo di umanizzazione in cui ogni uomo si determina e viene determinato all'interno di una relazione teologica. Lo stile credente, la vita cristiana, è questa esperienza che incarna il mistero nel quotidiano.

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