domenica 13 maggio 2018

Atti 1,1-11 / Salmo 46 / Efesini 4,1-13 / Marco 16,15-20
Solennità dell'Ascensione del Signore
La firma autografa dell'autore.

Per chi è stato in Terra Santa è facile, oggi, tornare a quel luogo in cima al Monte degli Ulivi, dove nella chiesa trasformata in moschea è posto il ricordo dell'Ascensione di Gesù ... (secondo l'Evangelista Luca); per chi non c'è ancora andato o non ci andrà occorre un po' di fantasia ...
Cosa rappresenta quel luogo, dal quale si vede tutta Gerusalemme, ed è in uno dei posti preferiti da Gesù?
Era certamente uno dei luoghi di preghiera; da qui Gesù poteva vedere tutta la valle sottostante (quella del Cedron) e nella parte opposta la città di Gerusalemme, le sue belle bianche mura, il lato orientale del Tempio, la Spianata con i suoi recinti sacri, il Santo dei Santi ecc...
È un luogo che ci affida la tradizione e la fede, è un luogo in cui su una roccia è impressa una impronta ... Secondo la tradizione, l'impronta di Gesù quando sale al cielo.
Per me quel luogo è come se Dio avesse piantato un chiodo sulla terra! Quel luogo sta a dire a tutti e per tutti i tempi che colui che era Dio che si è fatto uomo, che ha vissuto tra noi, che ha amato tutti noi, che ha pregato, mangiato, camminato ... Quello stesso Gesù che tra quegli ulivi è stato catturato, portato a Gerusalemme, processato seviziato e torturato, poi crocifisso, ucciso e deposto in un sepolcro ...
Quello stesso Gesù risorto, ha segnato con "l'impronta di Dio", come una firma autografa, la nostra realtà, la nostra storia il nostro mondo umano. Quella pietra è il segno della vita eterna che è Dio, che era presso Dio, che si è incarnata nel tempo, e che come vita risorta, come amore indistruttibile che lascia il segno in ciò che è salvato. Ascendere non è allontanarsi o separarsi, ascendere è orientare tutto, anche il nostro sguardo al "mistero di Dio", al cielo!

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