giovedì 17 maggio 2018

Atti 22,30;23,6-11 e Giovanni 17,20-26
Anche noi nella preghiera di Gesù

Continuiamo la lettura della preghiera del Signore del diciassettesimo capitolo di Giovanni; ora la preghiera assume uno sguardo che dal personale attraverso i discepoli diviene largo, e si estende a tutti coloro che crederanno per la testimonianza di quella prima comunità.
Dalle parole di Gesù ci si accorge che la testimonianza della comunità delle origini deriva da mistero che è accolto in tutti i suoi membri.
Che cosa rende una comunità capace di testimoniare? Poiché, non si tratta solo della testimonianza di singoli!
Nella preghiera, Gesù offre al Padre la "loro Parola": la testimonianza non può mai essere frutto di una personale elaborazione, ma è la conseguenza dell'Ascolto della Parola. Questo Ascolto originario è la fonte della Comunione; non siamo di fronte a una affiliazione o aggregazione di massa, ma a un vincolo di comunione, una relazione che coinvolge l'uomo è Dio, il cielo è la terra. Gesù si fa mediatore presso il Padre e presso gli uomini di questa comunione/relazione. È la comunione che rende evidente l'amore; la comunità dei discepoli di Gesù testimonia la comunione ed esprime l'amore che è di Dio. Questo amore è ciò che rende i discepoli credibili in tutti i tempi, perché quando l'amore è credibile, affascina!

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