martedì 8 maggio 2018

Atti 16,22-34 e Giovanni 16,5-11
Lo Spirito di testimonianza

Sei in mezzo ad una folla urlante che ti strappa i vestiti (un linciaggio mediatico sui social network). Vieni picchiato ripetutamente con una verga (a causa fake nwes sei colpito da denunce e chiamato in giudizio) . Ti sbattono in prigione e ti mettono nella parte più interna (sei ridicolizzato, emarginato culturalmente e socialmente), inaccessibile all’esterno (scartato rispetto all'opinione pubblica corrente). Ti mettono dei ceppi ai piedi per essere ancora più sicuri che tu non possa fuggire (privo di relazioni, sei abbandonato a te stesso).
In una rilettura comparata della vicenda di Paolo, senza voler assumere il tono allarmista e di vittima, dobbiamo comunque riconoscere la progressiva marginalità del cristianesimo ... Quale sarebbe la nostra reazione in una simile situazione?
Forse la fuga; mettersi a piangere; invocare il Signore di tirarci fuori in qualche modo da una simile situazione. Paolo e Sila reagirono invece pregando e cantando degli inni. Si, essi cantavano: chi ha il dono dello Spirito Santo canta!  Cantare oggi significa, imparare a reagire con fede e fiducia nel Signore, certi che la realtà, il mondo si rinnoverà quando sarà di nuovo convinto della novità del Vangelo.

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