giovedì 10 maggio 2018

Atti 18,1-8 e Giovanni 16,16-20
Che cos'è questo "un poco"?

La brevità di questo tempo ci angustia, anche se "breve"! Queste parole di Gesù riprese da Giovanni, sono nella fase conclusiva della cena, prima della preghiera detta "sacerdotale" del capitolo 17. Possiamo ipotizzare che tutte le affermazioni siano in proiezione della brevità dei momenti che attendono Gesù. In una rapida di successione di ore, il Signore vivrà: l'agonia, il tradimento, la cattura, il processo del sinedrio, la prigionia, la consegna ai romani, la condanna, la flagellazione, la crocifissione, la morte, la deposizione nel sepolcro ... Tutto questo accade in poche ore. È la brevità del tempo cronologico ... è lo spazio in cui i discepoli piangono e gemono, è il tempo della tristezza! È il momento in cui il tempo si riempie del dubbio della paura: vedere Gesù anche solo in quella breve manciata di ore, così umiliato e schiacciato provoca la più grande incomprensione che i discepoli abbiano mai sperimentato. Ma dalla brevità di questo tempo, si progredisce nella gioia! La tristezza si cambierà in gioia! Il susseguirsi delle ore del tempo cronologico si dilata per accogliere il Kayros: il tempo/momento eterno del risorto. Il rivederlo risorto occupa, ora, lo spazio umano di "un poco"  con una nuova esperienza quella della gioia. Il discepolo vive il presente nella risurrezione, non nella brevità di ciò che l'ha preceduta. Questa è l'esperienza originaria degli undici!

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