giovedì 31 maggio 2018

Sofonia 3,14-18 / Romani 12,9-16b e Luca 1,39-56
Un inno alla gioia!

"Avvenga in me la tua Parola" ... Con questa disponibilità del cuore, Maria inizia una esperienza singolare, quella di riconoscere la gioia del Vangelo nella sua vita.
La buona notizia, il Vangelo, la Paola, il Logos che ha preso carne in lei, rappresenta anche il segno evidente della gioia: quale è la felicità piena se non quella di sentirsi amati e custoditi teneramente da Dio?
Dal momento in cui Maria accoglie la Parola, e ne diviene sua dimora, Ella si riconosce capace della gioia. Ed ecco che il brano del Vangelo di Luca testimonia una gioia non sentimentale, non psicologica, ma una gioia in atto, in azione. È la gioia di una relazione di spessore, vera come l'amicizia con la cugina Elisabetta. È la gioia come quella delle Beatitudini che si manifesta quando l'agire di Dio ribalta i nostri progetti e i nostri calcoli; è la gioia come conseguenza del fidarsi delle promesse fatte hai Padri. Ogni giorno con umiltà e mitezza diventiamo, come Maria: dimora e custodia dei doni belli del Signore.

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