mercoledì 10 aprile 2019

Daniele 3,14-95 e Giovanni 8,31-43
Dalla verità alla libertà!

Una certa corrente esegetica ritrova in Giovanni la rappresentazione di un processo a Gesù, in cui l'accusa anticipatamente rivelata è quella di essere figlio di Dio e di infrangere il sabato. La piena espressione di questo processo è quanto nel racconto della Passione, tutto si concretizza nella motivazione che Pilato scriverà per la condanna: "costui è il re dei giudei"; per cui la verità viene riconosciuta ironicamente nella soppressione/negazione.
Il capitolo ottavo rappresenta nella narrazione giovannea il testo più completo ed esteso in cui l'imputato racconta sé stesso, e cerca di accreditare rispetto agli accusatori la propria tesi: cioè la verità.
Nella nostra logica esiste una verità dell'accusa; una verità della difesa e una verità di giudizio frutto dell'indagine. È in un certo senso una verità per approssimazione, cioè in riferimento a ciò che è possibile dimostrare.
Ma quando Giovanni, nelle parole di Gesù, parla di verità, cosa intende?
La verità processuale è quella ricercata da Pilato (Che cosa è la verità?) che resta senza risposta ... Gesù tace ...
Per i giudei (sacerdoti, farisei, scribi ...) la verità è la loro appartenenza ad Abramo:"Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno".
La loro verità è un discorso chiuso in se stesso ... che non ammette confronto, e non tollera nessuna diversità.
La verità per Gesù è lui stesso, è il suo essere Figlio (dell'uomo); il suo essere Figlio di Yhwh; il suo essere discendenza di Abramo: "Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato". La verità è la sua stessa umanità, la sua stessa vita che si mostra concretamente mediante la sua parola: "rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi".
La verità rivela ed è espressione della relazione che esiste tra Dio Padre e Gesù Figlio; questa relazione non è per se stessa, ma Gesù la propone come esperienza di vita anche per noi. L'ascolto e il rimanere nella sua parola ci rende partecipi di quella stessa relazione figliale. In quella relazione partecipiamo alla verità, che genera anche l'essere "davvero suoi discepoli; coloro che conoscono la verità e la verità li farà liberi". La libertà è conseguenza della verità; è libertà dal laccio del peccato e della morte.

Nessun commento:

Posta un commento