venerdì 5 aprile 2019

Sapienza 2,1.12-22 e Giovanni 7,1-2.10.25-30
Cercavano Gesù ... Il "mandato" del padre?

La lettura quotidiana del Vangelo, dà ragione alla continuità testuale che vede nel capitolo sesto una inserzione redazionale rispetto alla narrazione del Vangelo. Ecco allora che il capitolo settimo riparte da una comune consapevolezza, quella che i capi avevano deciso di eliminarlo, per cui Gesù aveva lasciato Gerusalemme (ultimo avvenimento accaduto è stata la guarigione dello storpio alla Porta detta delle pecore), ed era ritornato in Galilea. È un momento buio della vita del Signore, è il momento nel quale deve restare nascosto, nel quale il suo agire, il suo parlare è oggetto delle speculazioni e delle supposizioni. È il momento in cui il Signore sembra ripetere anche a se stesso di essere stato mandato dal Padre. In un progressivo crescendo, tutto sembra, prepari gli avvenimenti futuri della passione. L'evangelista concentra in questo testo alcune certezze:
- "Non è costui quello che cercano di uccidere?" (Mistero di morte e di gloria)
- "I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo?" (L'identità negata del Cristo)
- " ... il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia." (Il "mandato" del Padre)
Non è stato certamente facile per Gesù convivere con questa percezione della realtà, che già presagiva la sua morte; lo vogliono morto; i capi hanno già diffuso un verdetto irrevocabile. La folla inconsapevole, diviene già partecipe di questo itinerario di passione. È in questo orizzonte mortale che ironicamente Giovanni annuncia che chi vogliono uccidere è il Cristo! È la tipica ironia giovannea che mette a nudo l'assurdo umano, attraverso il quale, comunque, si dispiega la potenza della glorificazione. Ed è in questa dinamica estrema tra destino di morte e glorificazione del Cristo che Giovanni riprende il contenuto della finale del capitolo quinto, per richiamare l'attenzione sulla rivelazione dell'identità di Gesù. Non basta chiedersi se Gesù è il Cristo, e neppure se è il Messia, occorre ascoltare cosa Gesù stesso dice di sé: "Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato". Gesù viene dal Padre! Gesù è presenza e amore del Padre nella nostra intricata vicenda umana. Siamo come sempre in un gran "guazzebuglio" di difficile soluzione, unica certezza è che ogni nostro tentativo di conoscere e sapere la verità si insabbia. Unica certezza sono le parole del Signore: "... egli (il Padre) mi ha mandato!"

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