martedì 16 aprile 2019

Isaia 49,1-6 e Giovanni 13,21-33.36-38
"Gesù profondamente turbato ..."

Ecco una di quelle annotazioni giovannee che vanno approfondite e scrutate con estrema attenzione: "che cosa Gesù ha vissuto, provato, pensato ... che cosa gli apostoli hanno percepito di lui, mentre insieme mangiavano la Pasqua?"
Giovanni fa memoria di sé stesso, di Pietro e degli altri insieme: tutti percepiscono la "crisi" di quel momento: è il tempo del turbamento (ovvero della paura, dello sconvolgimento, della tentazione). Il Vangelo dopo averci presentato il gesto della lavanda dei piedi, dopo averci accostati alla profondità dell'amicizia e dell'amore per i discepoli ci precipita nella devastazione della paura per quella "trappola", per quel laccio che si sta stringendo attorno a lui. Gesù riconosce/percepisce il traditore e il tradimento che si sta consumando. Gesù si sente sospinto dalla volontà del Padre, come quando lo Spinto lo condusse/gettò nel deserto all'inizio della sua manifestazione a Israele: è il momento della glorificazione, della piena e sconvolgente manifestazione della presenza (Kabod/Shekinà) di Yhwh. Gesù sperimenta la solitudine affettiva: anche gli amici più prossimi vengono meno alla loro fedeltà. Uno dopo l'altro, tutto ciò che sostiene La sicurezza umana del Figlio dell'uomo, viene meno.
Il gesto di Giovanni, quello di appoggiare il capo sul letto di Gesù è di estrema e umana bellezza, quasi un estremo tentativo di colmare la ferita della nostra inadeguatezza con la consolazione della tenerezza. Gesù apre il suo cuore, offre la sua umanità, chiede a chi lo ama di ascoltare le sue paure! È il tempo della tenebra, della tentazione della prova ... Come aveva promesso nel deserto, il diavolo, torna ora al momento opportuno. Ma è proprio ora, nello sconvolgimento e nel dramma, che passo dopo passo si fa strada la salvezza: "Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra" (Isaia 49,6).
Questi giorni che precedono il Triduo Santo, sono "passi necessari" per entrare progressivamente nel mistero della "passione, morte e risurrezione". Occorre che ci convinciamo della loro necessità, pure noi dobbiamo fare quei "passi": non riduciamoli a semplice narrazione di un avvenimento passato.

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