domenica 14 aprile 2019

Passione di Nostro Signore Gesù Cristo, secondo Luca

Celebrare la passione, non è il ricordare un avvenimento, e neppure compiere un rito sacrale, una liturgia che solennemente ci attualizza un avvenimento del passato.
La celebrazione significa prima di tutto esperienza della vita. Quando celebro qualcosa significa che quella cosa tocca da se stessa la mia vita; che si istaura un legame, un contatto che permette di comunicare di interagire di scambiare.
La Passione di Gesù, non è stata la rappresentazione del mistero di salvezza all'interno del teatro del vissuto umano; essa ha rappresentato un realizzarsi nel tempo e nella vita di una realtà sorprendente e inaudita: il capovolgimento della morte attraverso l'amore; il trionfo della vita attraverso il dono di se stessi.
La passione è pro a di tutto il martirio, il sacrificio, di un innocente,barbaramente massacrato, colpito e torturato dal resto di una comunità umana che semplicemente lo ha scartato. E ha preferito sacrificare lui piuttosto di qualsiasi altra possibilità di destino. Siamo di fronte a un dramma, a una ingiustizia.
Eppure è bello vedere tanti cristiani la domenica delle palme venire alla celebrazione, ma quanto quel "venire" rappresenta il contatto vitale, esistenziale, con la passione del Signore?
È vero, il più delle volte è solo un fare un gesto scendo il "si è sempre fatto così", un gesto che non cambia il domani. D'altronde come potrebbe se è un gesto rinchiuso nel passato, un gesto che non è stato preparato da un itinerario penitenziale, ovvero di conversione di cambiamento della vita attraverso l'ascolto di quella parola che è "di Dio".
Ecco allora il "Passio" ... Alla tragicità degli avvenimenti si associa il nostro umano. La nostra umanità viene toccata da una esperienza che stride e grida ingiustizia, paura e morte ... Ma la nostra umanità viene pure toccata da un avvenimento che ci accosta all'umanità del figlio di Dio, alla sua mansuetudine, alla sua tenerezza, alla sua figliolanza ... È questo accostamento che ci converte, e ci converte nella misura in cui ci lasciamo condurre a cercare il senso più profondo della vita. La passione è toccare il mistero del vivere e del morire, dell'odiare e dell'amare ... È compreso in queste dinamiche la dirompente forza della risurrezione. La passione non si limita alla croce; dal calvario possiamo già intravedere il luogo della sepoltura, luogo di cui solo una cosa possiamo riconoscere certa e senza ombra di dubbio: vediamo una tomba vuota. In quel sepolcro non è contenuto alcun corpo morto. La sua assenza è altrettanto misteriosa come il suo venire nel mondo!

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