giovedì 4 aprile 2019

Esodo 32,7-14 e Giovanni 5,31-47
"Ma voi non volete venire a me per avere vita".

Nemmeno negli annunci della sua passione riusciamo a cogliere l'amarezza più profonda che il Vangelo di Giovanni è stato capace di raccogliere in questa finale del capitolo 
Al capitolo quinto, chi ascolta, quelli a cui facciamo riferimento sono i "giudei" ... Essi sono scribi, farisei, capi del popolo, uomini che non hanno bisogno della "gloria di Dio" (cioè della sua presenza/amore) in quanto è sufficiente la loro idea di sé per dare senso ai propri progetti e alla propria vita. Ma non voglio soffermarmi su queste disquisizioni esegetiche, ma sui sentimenti di Gesù, su cosa lui prova, cosa lui vive in questo momento della sua esistenza come verbo incarnato.
Giovanni riporta il disagio/amarezza del Signore in queste parole:
- "Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato."
- "Ma voi non volete venire a me per avere vita."
- "Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?"
Espressioni di grande amarezza e solitudine, ma anche espressione della gratuità, della libertà, della tenerezza dell'amore del Padre che si comunica e condivide attraverso, e nell'esperienza umana di Gesù. L'amore non è una astrazione dei sentimenti, amare è esperienza di vita, di esistenza attraverso la totalità della persona. Dio non può che amarci attraverso una umanità come ma nostra, attraverso l'uomo Gesù Cristo. Quando l'amore è rifiutato, rinnegato, umiliato e offeso, diventa amarezza, diventa sofferenza, è una ferita aperta ... "non ascoltate ... non credete ... non volete venire a me ..."
Oggi attraverso queste Parole del Vangelo, dobbiamo entrare in noi stessi nel tentativo di riconoscere i segni, le opere, le esperienze, che testimoniano l'amore del Signore per ciascuno di noi. Un amore forse fragile e anche a volte velato dalla dura scorza della nostra umanità ... Ma comunque un amore che ci mostra la tenerezza del Padre. Un amore che chiede concretezza e verità. Se il nostro cuore è arido, chiuso ed egoista, rigetta i segni e le opere dell'amore. Quando ci affidiamo alle parole di Gesù, solo allora l'amore del Padre dimora in noi, anzi l'amore del Padre si muove verso di noi attraverso le parole di Gesù. C'è conversione attraverso l'amore, quando appunto c'è ascolto della sua parola. Ecco allora come nasce la vera vita: l'ascolto di Gesù, genera in noi un amore così diverso dal solito, un amore così affascinante che ci pervade totalmente, questo amore è la vita del Padre in noi. La gioia del Signore è dimorare oggi in questo amare.

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