martedì 3 settembre 2019

1 Tessalonicesi 5,1-6.9-11 e Luca 4,31-37
Immediatezza del Signore

Come è lontana l'aspettativa di Paolo e delle prime comunità. Esse vivevano la quotidianità come attesa della venuta del Signore, come dice lo stesso Apostolo: "Riguardo ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte". Ma questa immediatezza non è rinchiusa nella cronologia dei minuti, delle ore. Anche se il dilatarsi del tempo ha prodotto nei credenti una strana assuefazione, quella alla lontananza , al non desiderare e riconoscere Gesù nel suo "attuale venire". Ci siamo abituati alla lontananza e all'assenza di Gesù ... Ma questo nostro "tempo" è spesso colmato è riempito dal nemico, dal male e dal peccato. Non dico questo per moralismo, ma per rilevare come la nostra umanità o si accompagna con il bene, oppure si accompagna con ciò che non lo è. È indicativo nel Vangelo di oggi, sottolineare cime la potenza della parola si esprime nel liberare dal male e occupare lo spazio del cuore suscitando stupore e meraviglia ... e si diffonde, si dilata -"E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante"- fino a riempire anche il nostro oggi.
Credo che tra le esperienze più necessarie a un credente, oggi, ci sia proprio quello di lasciarsi avvicinare dal Signore nella sua parola, e permettere alla Parola di riversarsi in noi e di occupare gli spazi esistenziali ... Gesù è nella potenza della sua Parola!

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