venerdì 13 settembre 2019

1 Timoteo 1,1-2.12-14 e Luca 6,39-42
Anche noi rendiamo grazie!

Dice Paolo a Timoteo: "Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo per ignoranza, lontano dalla fede, e così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù".
In un certo senso, ciascuno di noi sperimenta la grazia di essere amato (da Dio) e per questo chiamato (attratto) a Cristo, per essere mandato (apostolo). Paolo vive questo amore di Dio come quel dono di grazia che dilaga nella sua vita come un fiume in piena quando rompe gli argini delle costrizioni umane: l'orgoglio, l'auto sufficienza, la vanità, la presunzione ..., ovvero tutto ciò che da' di se stessi, dei fratelli e del mondo una visione a dir poco distorta; certamente ripiegata e filtrata dal proprio io, e dal proprio ego.
Per molti anni, Paolo, ha imparato a guardarsi "dentro", nelle profondità del proprio cuore, dove ha riconosciuto a partire dalla conversione, la vicinanza del Signore; una vicinanza come presenza stabile, un dimorare che si manifesta come amore attraverso la fiducia che il Signore continuamente gli rinnovava proprio nel chiamarlo nel servizio nella sequela apostolica. Gli anni in cui Paolo diviene forte di questa consapevolezza sono il tempo della purificazione del "vedere", sono il tempo in cui Paolo si esercita nel vedere Gesù attraverso quei suoi occhi prima cechi, e poi graziati dall'amore divino, tornano a vedere per forza della fede. È la fede, come fiducia che Gesù pone in ciascuno di noi che illumina il nostro sguardo perché possa vedere bene, perché possiamo vedere con uno sguardo purificato, cioè libero da ogni ostacolo, e così, rendere ogni giorno grazie a Dio per ogni suo regalo. Quando riconosco i regali di Dio, e non i difetti altrui,  vuoi dire che inizio a vederci bene!

Nessun commento:

Posta un commento