lunedì 9 settembre 2019

Colossesi 1,24-2,3 e Luca 6,6-11
Si prende le nostre aridità

È sabato, per Scribi e Farisei, è il giorno sacro, in cui la legge impone il riposo; per Gesù e per i "figli del regno dei cieli" è il giorno in cui chiamati da ogni parte entrano nella gioia del banchetto nuziale. Sono due sguardi di per sé opposti, contrastanti, che generano reazioni dissonanti. Di sabato, nella Sinagoga, Scribi e Farisei vanno per riunirsi come comunità dei giusti di Israele, per ascoltare una Scrittura che obbliga nei comportamenti e non rivela l'amore del Padre. Ora, Gesù,in giorno di sabato nella Sinagoga, fa esperienza del rifiuto, della critica, fino al punto di percepire l'agire dei suoi oppositori come desiderio della sua morte. Il giorno del sabato, del riposo genera nei giusti di Israele, in coloro che non hanno bisogno di conversione la perversione del desiderio di bene. Ma Gesù con la sua vita, la sua presenza insegnava a non rinnegare il sabato, ma lo ripresenta come il giorno del riposo, il giorno della festa, il giorno della vita di Dio, il giorno del Padre. Il sabato è il giorno in cui l'uomo è ricollocato al centro del cuore di Dio, è oggetto privilegiato dello sguardo amorevole dl padre. Ciascuno di noi, in quel sabato di festa ha la possibilità di offrire ma propria aridità - la mano "arida" - cioè morta nel fare il bene, per essere sanata e rigenerata nella possibilità di stringere per fare unione; di accarezzare per dare tenerezza; di fare nella libertà e gratuità  ... Tutto questo avviene in giorno di sabato! Questo insegna Gesù di sabato nella Sinagoga! Ma scribi e Farisei sono incapaci di ascoltare il suo insegnamento: "... essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù".

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