venerdì 6 settembre 2019

Colossesi 1,15-20 e Luca 5,33-39
Colossesi di stamattina è tradurre il Vangelo

Chi sei Gesù, che fai cose diverse da quelle che noi faremo? Tu che preghi come vuoi tu, è che ti intrattieni con gli "impuri" coi pubblicani e peccatori? Chi sei, Gesù, che ti accosti anche alla mia povertà per condividere il mio vivere di oggi? Chi sei Gesù, che non ti vuoi adattare alle convenzioni, che non ti vuoi omologare alle consuetudini della massa?
I pochi versetti di questa mattina ci offrono una auto-rivelazione della identità di Gesù. La sua auto-percezione si esprime nel suo identificarsi con l'annuncio del regno dei cieli; esso è come un abito nuovo, che deve essere indossato; non passa inosservato dai più ... Un abito che non può essere fatto a pezze per essere riadattato e riutilizzato per adeguare vecchi vestiti. Ogni tentativo di riadattamento risulterebbe un "pasticcio", quasi un ridicolo travestimento!
Il Signore si autodenuncia essere il "vino nuovo"; quello stesso vino dell'ultima cena, versato per voi e per tutti per la remissione dei peccati. Questo è il vino che spezza gli otri vecchi della legge priva di misericordia. È un vino che ribolle, che fermenta e ha in sé forza e vigore, per imprimere "brio e vitalità". Non è una percezione distruttiva ma di profondo rinnovamento. Come pure la stessa immagine del vino recupera in sé tutta la verità e "tradizione" dei Padri. Gesù nell'affermare sé stesso non rinnega, ma offre il gusto di ciò che è il "vino vecchio": esso è buono, perché è la vita e la narrazione della storia della salvezza che Dio realizza per e insieme al suo popolo. 

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