lunedì 16 settembre 2019

1 Timoteo 2,1-8 e Luca 7,1-10
Miracolo in periferia, in Galilea

Spesso si è detto che il passo di Luca racconta l'universalità della fede: giudei e gentili ... tutti sono chiamati. Ed è certamente corretta come lettura, ma possiamo andare anche oltre. Chi è questo centurione? Perché ha costruito la sinagoga? Perché si rivolge a Gesù?
Siamo in quella parte della provincia della Palestina romana chiamata Galilea, già conosciuta come terra dei gentili, terra di confine, terra in cui si incontrano le diversità culturali dei dominatori e dei dominati; le differenze religiose dei giudei e dei pagani; proprio dove le distanze tra le persone sembrano farsi più brevi ... Questa terra così marginale è la terra ideale per annunciare il Regno di Dio. Gesù è un uomo della Galilea! Il centurione Romano, viene preso dall'evangelista come immagine di colori che a Cafarnao vivono l'incontro con il Signore e che hanno messo radici in quella esperienza in quella terra. Questa terra a volte disprezzata ora viene elevata a simbolo, a esempio della vera accoglienza, della ideale integrazione ... I nemici vivono insieme; è il nemico che ha costruito il luogo della preghiera della grande comunità! Ed è proprio quel nemico che deposta ogni pretesa si avvicina al Galileo per chiedere un segno della misericordia di Dio: la guarigione del suo servo ed amico.
Forse non occorre voler trarre delle interpretazioni esegetiche, forse a volte basta fermarsi al miracolo della Galilea, un fatto che tocca realmente un uomo che si trova a condividere il suo spazio umano con il mistero di Dio. Già questo ha qualcosa di straordinario ... La Galilea, ti rinnova e ripropone  ogni volta che si realizza lo spazio essenziale della fede.

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