domenica 22 settembre 2019

Am 8,4-7;  Sal 112; 1 Tm 2,1-8; Lc 16,1-13
Amministratori di Dio

Ma perchè pensiamo che le ricchezze di Dio siano dei soldi?
L'inizio di Genesi ci consegna un uomo, immagine di Dio, a cui il creatore affida la terra, animali e piante; su tutto ciò l'uomo ha potere. Ecco, questo richiamo iniziale può darci una intuizione non scontata per rileggere la parabola dell'amministratore disonesto. L'amministratore è immagine di Dio, egli agisce con le ricchezze del suo Signore come il Signore stesso, come Dio stesso in relazione a ciò che esiste ...
Oggi, sarebbe estremamente facile sentire Dio rivolgersi a ciascuno di noi dicendoci: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”
Nei secoli abbiamo deturpato, distrutto, impoverito, avvelenato questo nostro mondo, incuranti dell'affidamento ricevuto: "le scelte degli uomini e delle donne del XXI secolo sembrano non tener conto della natura che va sostenuta e non sfruttata indiscriminatamente, manipolando e distruggendo le limitate risorse del mondo: Non rispettiamo più la natura come un dono condiviso; la consideriamo invece un possesso privato. Non ci rapportiamo più con la natura per sostenerla; spadroneggiamo piuttosto su di essa per alimentare le nostre strutture" (Laudato Sì)
La parabola mette in luce come siamo scaltri, e come per salvare la nostra faccia, siamo disposti anche a manipolare le situazioni, non è forse questo lo stile dell'amministratore disonesto! Ma ora occorre andare oltre l'immagine della Parabola, occorre recuperare la credibilità rispetto ai beni ricevuti. 
Occore mettersi in conversione ecologica, e prendere coscienza del nostro ruolo, della nostra vocazione ad essere "collaboratori di Dio" responsabili rispetto al creato. Questa conversione comporta un netto cambiamento di mentalità circa le responsabilità personali, dice il Papa: "è tragico il fatto che isoliamo i vari aspetti della nostra vita al fine di giustificare il nostro comportamento contraddittorio" specialmente nelle questioni ambientali. La conversione della vita Cristiana, il suo rinnovamento comprende anche la gestione responsabile del creato, esso è prima di tutto un dono, non è un possesso, non siamo di fronte a un bene di cui fare ciò che si vuole; anzi il creato rappresenta l'occasione per esprimere riconoscenza e gratitudine".





Nessun commento:

Posta un commento