sabato 7 settembre 2019

Colossesi 1,21-23 e Luca 6,1-5
Gesù è il padrone dello Shabbat (sabato)

Arrivati al tramonto del sesto giorno (dopo che Dio ha creato l'uomo), tutto entra nel non lavoro, nel non fare, entra nel riposo di Dio, nella gioia di Dio. Anche l'uomo, pure se condannato per il peccato alla fatica del lavoro e alla condizione della fragilità e della morte, è ugualmente convocato nel riposo, perché ad esso è destinato essendo immagine di Dio. La sacralità del sabato non è una Legge di precetto, ma esprime il senso dell'essere, esprime la risoluzione del limite creaturale, riportato nella libertà dell'essere in Dio creatore. La stessa vita di ogni uomo, se riposa in Dio, non dorme ma si "allinea" all'essere nella vita di Dio e recupera la sua piena identità, il suo compiersi definitivo ed eterno. Tutto questo è quanto i Farisei cercano di custodire, ed è quanto i Farisei "contestano" a Gesù in quel terzo sabato. Non possiamo negare che, per loro parte, avevano ragione ... Anche oggi, ogni vespro del venerdì è per gli Ebrei il momento della grande festa cosmica che introduce nella festa eterna, nel riposo di Dio.
Tutto vero anche per Gesù ... Se non fosse che lui è il Signore dello Shabbat, è il padrone di quel riposo, di quel non fare, di quella comunione, di quella relazione ... Questo ci permette di rileggere il giorno di Sabato nella vita dell'uomo Gesù.
Nel suo Vangelo, Luca ci dice che Gesù in giorno di Sabato a Nazareth legge il brano di Isaia e da inizio alla nuova realtà, del regno dei cieli, quasi una nuova creazione. C'è una nuova realtà che si schiude nell'essere e non tanto nel fare.
Nel secondo Sabato narrato, Gesù guarisce un indemoniato e ponendo al centro la sua stessa Santità, cioè il proprio essere e appartenere al Padre. Anche l'uomo appartiene al Padre.
In questo terzo sabato, Gesù, sembra liberare i suoi discepoli non dalla sacralità del sabato, ma dai precetti che imprigionano l'uomo in una legge che rende schiavi della festa e non liberi di fare festa.
Ecco che il vino vecchio, che è buono da bere (la legge del Sabato) è capace anche di essere vino nuovo, cioè novità per la vita di un discepolo che finalmente, libero, entra con la sua esistenza nel riposo di Dio: "la domenica" il giorno del Risorto, quindi non sarà mai semplicemente un precetto da osservare.

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