giovedì 26 settembre 2019

Aggeo 1,1-8 e Luca 9,7-9
Continue inadeguatezze 

Ritornati dall'esilio, dopo lo slancio iniziale, tutto si insabbia, la casa del Signore, il Tempio della sua Gloria è accora in rovina; gli interessi personali e di parte hanno preso il sopravvento ... L'indifferenza della vita prevale sul dimorare di Dio in mezzo al suo popolo. È un popolo il cui cuore si allontana ... La gioia del ritorno di è convertita nel sistemare gli affetti, nel consolidare sicurezze, nell'accumulare profitti ...
E Dio? Yhwh, dimora nelle rovine di un tempio del Passato, distrutto e inagibile.
La profezia fa' eco alla volontà di Dio che reclama di manifestare la sua "Gloria".
L'immagine della prima lettura - frutto di una situazione storica - può diventare emblematica del "mistero del Dio con noi", di una incarnazione attraverso la piccola realtà che nasconde la "Gloria". Dio non rivendica la grandezza di un Tempio, ma il suo dimorare con l'uomo. Noi pensiamo al dimorare di Dio come soddisfazione del nostro senso religioso, che il più delle volte è solo una forma di "latria", di culto formale reso alla divinità. Ma il dimorare di Dio, e con l'incarnazione diviene evidente, è un esserci personale la cui relazionalità riempie il senso religioso, da soddisfazione al bisogno umano, compensa la solitudine esistenziale che accompagna il nostro esserci. Yhwh vuole dimorare in Israele prima ancora che nel Tempio, come ora il Dio di Gesù, vuole dimorare nell'esistenza (nell'esserci) di ogni discepolo del suo Figlio. È a partire da questo dimorare che mi converto e che formo alla mia risposta di fede.


Nessun commento:

Posta un commento