mercoledì 18 settembre 2019

1 Tm 3,14-16 e Luca 7,31-35
A chi posso paragonarvi?

Il brano di Luca di oggi, sembra un "brontolamento di Gesù", come dire: dopo tutto quello che vi ho detto, dopo i segni e miracoli che ho fatto; dopo avermi seguito per città e villaggi, ancora mettete distanza, resistenza e dubbio?
Questa esternazione ci permette di sondare una evidenza che accompagna il periodo del ministero di Gesù; uscendo da certe suggestioni cinematografiche, dobbiamo riconoscere alcune situazioni del Vangelo come rivelative di una reazione popolare anche contrastante: la difficoltà è il rigetto degli abitanti di Nazareth; l'invettiva contro le città del lago; il giudizio di scribi e farisei ... Ecco allora che quel "paragonare", rilegge una realtà di fatica e di uguale impegno nell'annuncio. Essere come i bambini ... in questo circostanza è sinonimo di testimonianza vera, una verità scomoda che viene ugualmente detta. Gesù non nasconde la criticità del momento; se fosse stato come Giovanni Battista infatti lo avrebbero ugualmente criticato e rifiutato, se avesse agito moralmente con durezza e rigore verso i peccatori, gli avrebbero rivendicato misericordia e perdono!
La verità non trova facile accesso nella realtà dell'uomo, proprio in ragione della presunzione umana di possederla e di poterla determinare. Paolo, aTimoteo, affida in sintesi il "mistero" di Gesù come verità donata è affidata a ciascun discepolo: "... egli fu manifestato in carne umana e riconosciuto giusto nello Spirito, fu visto dagli angeli e annunciato fra le genti, fu creduto nel mondo ed elevato nella gloria."
La verità di Cristo non si sovrappone e neppure si confonde con la realtà umana ma si manifesta attraverso la carne nonostante le sue inadeguatezze; ma ciò che è di Dio è anche ciò che è stato visto e toccato dagli uomini, che se anche non lo hanno capito è ugualmente la verità (vita) la gloria (presenza ed esistenza) del Padre.

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