lunedì 9 marzo 2020

Daniele 9,4-10 e Luca 6,36-38
L'amore che si genera nella penitenza.

La preghiera di Colletta di oggi - di inizio della S. Messa - recita così: "O Dio, che hai ordinato la penitenza del corpo come medicina dell’anima, fa’ che ci asteniamo da ogni peccato per avere la forza di osservare i comandamenti del tuo amore".
Suggerisce una particolare chiave di lettura per la attuazione del Vangelo del giorno.
A cosa serve la le utenza? A cosa serve mortificare il nostro corpo, con sacrifici, preghiere, digiuni, ed elemosine?
Forse, la prima cosa da fare è chiarire cosa intendiamo per penitenza. Il contenuto infatti si è evoluto fino a diventare per noi un sacramento per la remissione dei peccati. 
La penitenza originariamente la possiamo definire un atto, la scelta di privazione; una non facile rinuncia (mortificazione); che una persona compie, o impone a se stesso, come segno visibile del dolore del proprio peccato, o male commesso. Tale gesto oltre a essere un autodenuncia, richiede agli "altri/altro" il perdono delle colpe commesse. Con la penitenza la nostra umanità viene profondamente coinvolta, essa si offre al giudizio degli altri, e chiede il loro aiuto, la loro fraterna misericordia. In questa colletta diciamo che la penitenza è curativa rispetto ai limiti e fragilità che portiamo nelle relazioni e nella comunità. Ed è questa penitenza che, togliendoci dalla tentazione del peccato, ci introduce nei sentimenti misericordiosi di Dio.
Essere misericordiosi come il Padre, Gesù stesso lo ripete, ma non perché non ha più cose nuove da dire, ma perché tutt'a la novità, per noi, è proprio questa, fare nostri i sentimenti del Padre. La penitenza serve a questo, non è una mortificazione per sé stessa, che a nulla servirebbe. Lo scopo della mortificazione è la trasfigurazione del cuore: pesare i nostri pensieri, i nostri sentimenti, saperli comprendere e discernere, perché attraverso la nostra misura impariamo la misura di Dio Padre che è misericordia, e così poter misurare anche nella misericordia i fratelli. Ecco che la penitenza attinge al concetto di amore gratuito, ama non per opportunismo, ma per vero desiderio di amare.
Detto questo, credo che ore amare di cuore, e non di testa o con le parole, occorre fare un po di penitenza. La penitenza mostra/dimostra l'amore.

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