venerdì 27 marzo 2020

Sapienza 2,1.12-22 e Giovanni 7,1-2.10.25-30
Sono venuto per oggi!

Nel capitolo settimo di Giovanni, nelle parti che sono state tagliate alla lettura di oggi, l'evangelista traccia un panorama interessantissimo della considerazione della gente circa Gesù: "E Il mormorio su di lui era molto tra le folle: alcuni dicevano: È buono; altri invece dicevano: No! Inganna la gente. Nessuno tuttavia, apertamente, parlava di lui per paura dei giudei" (vv. 12-13). E al v.15 ci si chiede: "Come mai questo sa di lettere pur non essendo stato a scuola". È un crescendo di considerazioni, supposizioni e di contrasti; fino al punto in cui Gesù nel Tempio, grida: "Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato".
L'autocoscienza di Gesù è tale che non può tacere il suo essere "mandato", ma è pure evidente che le sue esternazioni e manifestazioni, aprono al rifiuto e all'esplicito tentativo delle autorità giudaiche di farlo tacere, mettendolo a morte. È questo lo sfondo che non va mai dimenticato di fronte al Vangelo e all'esperienza dell'annunciarlo, sarebbe illusorio credere a un Vangelo che entra dolcemente e senza resistenze nell'umano e venga accolto con disponibilità da parte di tutti.
Il mondo segnato dal peccato reagisce al Vangelo con forza estrema, perché il Vangelo è l'anti peccato. Se il peccato è come un virus che si insinua nelle cellule umane portandole alla morte, il Vangelo è l'unica antidoto che permette di reagire al male in modo vincente, non è una terapia ma è il modo di immunizzare l'uomo, riportandolo nella condizione originaria e nella possibilità di reagire prontamente ad ogni male. Gesù per questo è stato mandato dal Padre, non solo ieri nella storia del popolo eletto, ma è stato mandato per essere per sempre possibilità per ciascuno di rigenerare la propria umanità. Non dobbiamo stupirci dell'oggi, Gesù è stato mandato anche per l'oggi.

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