domenica 1 marzo 2020

Gen 2,7-9; 3,1-7; Sal 50; Rm 5,12-19; Mt 4,1-11
"E non abbandonarci nella tentazione, ma liberaci dal male"

Pur in un contesto alquanto anomalo, che è capace di condizionare ampiamente i nostri pensieri e riferimenti, quello appunto, della epidemia virale; occorre non perdere il contatto di fede con il Tempo Forte - la Quaresima - per vivere e rispondere con fede alla realtà stessa e non venire travolti dalla paura, e da una esagerata preoccupazione che può diventare il criterio del nostro vivere quotidiano. La fede, per un cristiano, c'entra sempre, soprattutto nel quotidiano!
In questa prima domenica di Quaresima dell'anno A l'itinerario che viene proposto parte sempre dalla nostra necessaria conversione; dal nostro cambiamento di mentalità rispetto a ciò che comprendiamo come limite e fragilità; per tentare una vera adesione a Cristo.
Quale è l'obiettivo della Quaresima se non quello di renderci parte della risurrezione di Cristo: Gesù è vivo, e che la morte è vinta; questa vittoria è redenzione di ogni peccato. Raggiunto l'obiettivo, ciò rappresenterebbe la rilevanza di Gesù nella nostra esistenza.
Oggi voglio vorrei partire da una constatazione: al termine di questa Quaresima verrà pubblicato il Nuovo Messale nel quale, oltre tutto, la frase più forte, forse, sarà la traduzione del Padre Nostro ..." e non abbandonarci alla tentazione ..." ; queste parole, sono una vera supplica a Dio, perché di fronte alle Tentazioni che accompagnano la nostra umanità, cioè che Lui ci sia compagno di viaggio.
Ci sia Lui con noi, nel nostro tentativo spesso inefficace di contrastare il male; abbiamo bisogno di Lui di fronte alla paura e alla insidia del peccato.
Lui ci accompagna nel dono dello Spirito, che ci porta all'abbandono confidente. Infatti solo la tenerezza del Padre può vincere la paura e ci porta ad affidarci, ci conduce a pensare che tutto l'amore che Gesù ha vissuto, è ciò che serve è che basta alla mia fragile vita.
Dobbiamo riconoscere, che siamo fragili e feriti nella nostra esistenza, ma non per questo perduti o destinato a un abisso di desolazione.
La vicinanza di Dio, provoca e generare l'esperienza dell'amore che ci salva. La mia debolezza anche come discepolo di Gesù, ha bisogno di un amore grande; ha bisogno di memoria cioè di ricordare i segni della fedeltà di Dio; ha bisogno di un "centro" di appartenenza ... qui intuiamo la necessità della vita in comunità!
Ecco che la più adeguata rilettura della domenica delle Tentazioni, forse è proprio questa:
Signore, io mi farei il pane da solo; ti metterei continuamente alla prova per vedere se mi sei accanto; sono in preda a una ordinaria presunta onnipotenza ... 
Signore, io non posso mica farcela, più passa il tempo e più mi accorgo che, io, da solo non posso farcela, per cui "non abbandonarmi alla tentazione, ma liberami dal male ..."
Ecco allora, che il cammino quaresimale diviene l'occasione propizia, per recuperare la vicinanza di Dio. Il Papa ci dice che occorre «Guardare le braccia aperte di Cristo crocifisso, e lasciarci salvare sempre nuovamente (...) Contemplare il suo sangue versato con tanto affetto e lasciarci purificare da esso. Così potremo rinascere sempre di nuovo».
Questo è lo spunto per iniziare l’itinerario di conversione partendo dal sacramento della confessione.
L’esperienza della misericordia, infatti, è possibile solo in un “faccia a faccia” dove mi lascio vedere per come sono e amare da Dio per come sono … la confessione è un incontro di sguardi di amore, un vero dialogo nel cuore.
Ed è nel dialogo cuore a cuore, da amico ad amico, che Fisso un tempo per la "preghiera personale", per leggere e mettermi in ascolto della Parola di Dio attraverso il Vangelo del giorno.
Il fatto che il Signore ci offra ancora una volta un tempo favorevole alla nostra conversione non dobbiamo mai darlo per scontato. Cercherò quindi di fare discernimento con un sacerdote circa l'esperienza di grazia (bene) e di peccato (male) nella mia vita. Questa  revisione di vita è importante per rimettere in ordine la mia esistenza e porre con chiarezza quali siano le mie priorità:
- la condivisione dei beni con i più bisognosi attraverso l’elemosina;
- la condivisione nella carità (cioè la capacità di amare) che ci rende più umani;
- l’accumulare ci indurisce, e ci chiude nel nostro egoismo. Ecco perché ogni venerdì mi recherò davanti a un Crocifisso per contemplare nelle sue piaghe anche le piaghe della sofferenza e ingiustizia umana.
E anche Ogni venerdì rinuncerò a un pasto per dare 5 euro in carità per coloro che sono nella indigenza.

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