venerdì 13 marzo 2020

Genesi 37,3-28 e Matteo 21,33-43.45
Come i fratelli di Giuseppe diventano vignaioli

Le letture di oggi si intrecciano e si illuminano a vicenda creando una profonda risonanza esistenziale. Ci presentano il dramma della gelosia di fronte alla predilezione del Padre per il figlio amato; un complesso relazionale-affettivo umanamente inconcepibile per noi oggi, ma segno straordinario di una benevolenza che è misericordia infinita di Dio Padre per l'umanità: "Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!"
È nel dono del figlio, che Dio Padre - già nell'immagine di Giacobbe che invia Giuseppe ai suoi fratelli: "... Sai che i tuoi fratelli sono al pascolo a Sichem? Vieni, ti voglio mandare da loro ..." - porta a compimento il suo desiderio/volontà di salvezza attraverso la redenzione del peccato (uccisione non realizzata di Giuseppe e l'uccisione del proprio Figlio mandato nella vigna), che si compie nel segno del sacrificio del "proprio figlio, l'erede".
La volontà di Dio Padre è che la vigna che ha piantato; che tutte le cure che l'hanno accompagnata; nulla vada perduto! Non dobbiamo limitarci a una lettura storica e a un parallelismo di immagini. Non siamo rimasti fermi alla morte di Gesù in croce come uccisione sacrilega del Figlio amato. Paradossalmente al "frutto" che i fratelli di Giuseppe si  spartiscono nel silenzio criminale di un sopruso cioè la vendita del fratello - per noi oggi - diventa il frutto della vigna di Dio cioè l'abbondanza che si sperimenta nella vita stessa della Chiesa, di quella Chiesa madre, che per la forza del Vangelo genera alla vita eterna i suoi figli, anche se erano vignaioli infedeli. I frutti ora sono straordinari, perché conseguenti all'offera della vita di Gesù; quindi la Santa Chiesa che offre a Dio l'umano quotidiano nel sacrificio di Figlio - non si spartisce il prezzo del peccato - sempre si ammanta di essere "gli altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo". In questo tempo dei "nuovi frutti", i frutti della grazia, i trenta denari offerti a Giuda Iscariota, prezzo di vendita di Giuseppe, non gravano più su nessuno, Gesù vivo ha ricattato tutto! Permane a questo punto solamente l'immagine di Dio, di un Padre che possiede una vigna della quale si prende amorevolmente cura.

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