giovedì 26 marzo 2020

Esodo 32,7-14 e Giovanni 5,31-47
Dove cerchiamo la vita? Tra misericordia e miseria!

Il desiderio di vita, per la maggior parte di noi oggi, si esprime nel desiderio di libertà, nella possibilità di tornare a vivere le esperienze di una vita "normale": andare a fare la spesa; guidare l'automobile; raggiungere le colline per la scampagnata; mangiare una pizza con gli amici; una partita a carte con i compagni di sempre; farsi i capelli dalla parrucchiera; poter cantare con l'amica del cuore la canzone del momento ... Tutte esperienze che in un modo o in un altro, ora, non possono più essere vissute con la stessa intensità e possibilità. Credo che per molti valga l'esperienza di derelizione, quella di sentirsi abbandonati a se stessi anche di fronte all'inevitabile fatalità del contagio. Quest'ultima, una esperienza di drammaticità assoluta, se là si pensa anche come derelizione della fede e del rapporto con Dio. Miserere ... Miserere ... Lo cantava anche Zucchero, hanno ispirato queste parole in poesia (me le ha inviate stanotte un caro amico):
"Misero l’essere umano nella solitudine, nella bellezza e nell’amore.
Misero l’uomo davanti all’uomo, ai suoi sentimenti e al suo spirito.
Miserabili i suoi rimasugli dinanzi al dolore, le sue forze nella tempesta, la sua luce nell’oscurità
Misero il suo respiro nella natura, il suo battito nell’universo.
Miserabile è la sua speranza sotto la croce, il suo suo grido nel silenzio del mistero 
Miseri per sempre i suoi sogni.
Misere le sue azioni, le sue speranze e le sue parole.
Nella miseria della sua anima, miserabile è finalmente anche il suo limite".
È la nostra esistenza che invoca misericordia, è il desiderio di vita che grida "abbi misericordia di noi"; della misericordia infinita da un Dio, padre buono. Non possiamo arrenderci alla tentazione dell'abbandono. Anche Gesù di fronte alle logiche senza speranza è senza Dio vero, apre alla conoscenza del mistero mediante l'esperienza della Misericordia. La testimonianza del Padre in lui, è la sua misericordia in soccorso alla nostra miseria. È in questo dinamismo che riscopriamo di avere in noi l'amore di Dio. 
Nell'esperienza di derelizione, quando si sente abbandonato da tutti e da tutto, Gesù  grida al Padre, e invoca la sua vicinanza. È questo il dinamismo della testimonianza del Vangelo di Giovanni. Lo fa allora con la stessa intima speranza di chi ha conosciuto Dio e sperimenta anche nella miseria la presenza del Padre misericordioso, sempre.

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