mercoledì 25 marzo 2020

Isaia 7,10-14; 8,10 e Luca 1,26-38
Il segno è ... Dio con noi

"Ecco io vengo, per fare o Dio la tua volontà", cioè per essere il Dio con noi. Il rischio di tutti i credenti è di imprigionare nella grotta di Nazareth, nelle pietre della casa di Maria, il mistero della vicinanza che è l'incarnazione del verbo. Imprigionare in un luogo per quanto affascinante e capace di generare suggestioni spirituali di altissimo valore, sarebbe sempre un limitare la portate di quelle parole che Maria sente in lei per bocca dell'angelo: "Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te".
Dio è con noi! È la sua vicinanza che rende tutto diverso, e ci permette di toccare come la grazia e la salvezza hanno a che fare realmente con la nostra umanità. Il mistero che abita quella semplice e povera casa a Nazareth, non serve per renderla un sacrario per i tempi futuri, e neppure perché in quel luogo siano edificate in successione Chiese e Basiliche imponentissime è altrettanto belle, a testimoniare lo stupore della fede di fronte a un mistero così "grande". Il mistero di quelle Parole, che dicono accoglienza, dicono Dio con noi, quelle pietre non possono più contenerlo, ma si dilata e riecheggia nel cuore di ogni uomo che nasce in questa terra. Il cuore di ciascuno diviene la casa di Nazareth! Dio è con noi ... Il Verbo si fece carne e abita in noi ... Ora, e soprattutto dove il cuore dell'uomo oggi si apre ancora al mistero della sofferenza, del dolore e della prova ... Forse proprio in quegli ospedali che oggi sono il crocevia delle speranze, delle attese e della fatica di tanti, fino anche alla condizione estrema della morte, che sembrerebbe negare ed escludere che Dio è con noi. Ma Dio è con noi proprio anche nel nostro morire, anche quando nessuno di noi può essere accanto a chi ama, anche solo per stringergli la mano in quell'ultimo e faticoso sforzo, prima di nascere alla nostra vita eterna: noi con Dio.

Nessun commento:

Posta un commento