venerdì 29 gennaio 2021

Con parabole annunciava la Parola

Ebrei 10,32-39 e Marco 4,26-34


Per raccontare il regno di Dio Gesù Parla in parabole. Il fulcro attorno al quale sembra ruotassero i discorsi di Gesù, era il regno di Dio. Gesù in tutti i Vangeli, in un modo o in un altro, parla del Regno di Dio. I suoi discepoli ed apostoli, pure loro parleranno e annunceranno il regno di Dio. Le comunità che verranno dopo di loro, i discepoli che si avvicenderanno sulla scena di questo mondo invece, non hanno ascoltato Gesù parlare del Regno di Dio, e neppure sono stati con gli apostoli, ma si trovano nella condizione di chi comincia a fare i conti con il susseguirsi della storia, con la quotidianità.  Anche noi ci troviamo in quella condizione e ci chiediamo cosa vuol dire che Dio ci ha salvato, cosa vuol dire vivere la salvezza in una storia che va ormai avanti e cosa vuol dire che “il Regno di Dio ora è in mezzo a noi”.  Punto di svolta è che Gesù non solo parlava del regno di Dio, ma lui era il regno che si è fatto vicino, è lui la Parola, è lui il seme. Il regno è già compiuto in Lui, ma aspetta semplicemente di compiersi in noi, e si compie in noi quando noi siamo testimoni di Lui, quando noi ascoltiamo e viviamo la stessa Parola, quando il vangelo si fa carne in noi, allora diviene il Regno di Dio. Ecco allora che ogni esperienza di vita, di quotidianità che permette al seme, alla Parola, alla senape, di essere in noi, diventa occasione concreta del regno di Dio.
Gli interlocutori di Gesù, ma forse anche noi, fatichiamo a capire, perché abbiamo in mente concetti tutti nostri di salvezza, e di vicinanza del regno di Dio. Credo che Gesù ne parli in Parabole proprio per evitare che ce ne appropriamo, imponendo il nostro modo di pensare..
Ma quando il regno è parte della nostra vita, significa che la nostra esistenza diviene diversa dal solito modo di vivere di tutti. I criteri sono allora quelli di Gesù, quei criteri che le parabole traducono in immagini: il criterio dell'agire e della volontà di Dio Padre; il criterio della straordinarietà di ciò che è piccolo; il criterio della Parola che è Parabola.

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