domenica 17 gennaio 2021

Vieni lo vedrai ... dove dimoro!

 

1 Sam 3,3-10.19; Sal 39; 1 Cor 6,13-15.17-20; Gv 1,35-42

Samuele è giovane quando il Signore gli si rivela, o meglio entra nella sua vita, e non è subito facile riconoscerlo e semplice ammetterlo, ma il Signore va riconosciuto. A volte, spesso, siamo colpiti, suggestionati dalla presenza di Dio nella nostra vita, ma anche estremamente distratti nel riconoscerla. Occorre infatti anche ammettere che Dio dimora nella nostra vita. Questa ammissione è molto complicata, perché con fatica siamo infatti disposti a rinunciare alla nostra autonomia. Vista così, la vita di un battezzato rischia di essere un’esistenza in attesa della chiamata e i tempi si dilungano in modo impressionante. Questa apertura preventiva, si manifesta nella ricerca che ci accompagna sempre, come un desiderio mai soddisfatto. La vita attende pienezza, attende compimento, attende amore, attende eternità.
Che cosa è questa ricerca se non ciò che è provocato dal dono della fede che ci viene fatto e a cui ciascuno, nella sua libertà, risponde?
Papa Francesco nell’intervista diffusa il 10 gennaio ha dato una bella e interessante definizione di cosa sia la fede: “Per me è un dono. Nessuno può avere fede con le proprie forze, è un dono che ti dà il Signore. Io credo perché ho ricevuto questo dono, gratuito. Non si può comprare la fede. Tante volte nelle difficoltà la gente si apre e riceve questo dono. Bisogna aprire il cuore per ricevere questo dono. Tanti non hanno questa capacità -  non voglio giudicare -, ma si chiudono di più. Se non viene come dono, non è fede”: “Dio è vicino, ma Gesù Cristo si è fatto più vicino. La vicinanza di Dio è quella che dobbiamo avere, dobbiamo chiedere questo dono”.
La pagina del Vangelo provoca proprio, sul nostro cercare il Signore, non come nostro sforzo ma come accoglienza del dono che lui fa di se stesso. Da una parte le parole di Gesù: “Cosa cercate?”. È la domanda che risuona nella vita. Una domanda alla quale ciascuno cerca di rispondere, nonostante la fatica per una risposta che spesso è soffocata dalle tante cose che affollano il quotidiano. Che cosa cercate? In altre parole la domanda può essere riformulata con che cosa desiderate davvero? Qual è il vostro desiderio più forte? Quale fame ha lai nella tua vita? Quale sogno? La risposta non è una  rinuncia o un sacrificio, non chiede di immolarsi sull’altare del dovere, ma di rientrare in sé, ritornare al cuore, la risposta chiede di guardare a ciò che accade nello spazio vitale, custodire ciò che si muove e germoglia nell’intimo.
Dall’altra le parole di Giovanni Battista: “Ecco l’agnello di Dio”. È Lui quello che cerchi. Se rimango indifferente all’Agnello di Dio, sono nei guai, perché di fronte all’agnello resta solo il “venite e vedrete”. Dopo l’Agnello di Dio, ci può essere solo il seguirlo e il dimorare con Lui; l’andare e il vedere. Il maestro mostra che l’annuncio cristiano, prima che di parole, è fatto di sguardi, testimonianze, esperienze, incontri, vicinanza. Per Andrea e l’altro discepolo l'incontro della vita avviene alle quattro del pomeriggio... per me invece a che ora?

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