mercoledì 27 gennaio 2021

Insegnava lungo la riva del mare ...

Ebrei 10,11-18 e Marco 4,1-20


Anche in questo caso credo che occorre immaginare come è avvenuta questa pagina di Vangelo. Gesù non ha dato appuntamento sulla spiaggia; neppure è suonata una tromba o una campana per richiamare l'attenzione e convocare la folla. Mi immagino che mentre i discepoli erano intenti a mettere in ordine le reti per la pesca, Gesù ha provocato la loro attenzione parlando di come era diversa la montagna della Galilea rispetto alla vita del Lago. Ed ecco che provocati nella curiosità si sono fermati ad ascoltarlo, e quando altri hanno visto che si erano seduti ad ascoltare, presi dalla curiosità, interrotto il loro lavoro, si sono avvicinati e si sono messi anch'essi ad ascoltare.
Perché tutto questo immaginare? Per rendere evidente come il Vangelo è prima di tutto un momento della vita quotidiana;  l'insegnamento non è una lezione di morale o di dottrina cristiana, l'insegnamento è condividere il pensiero, i ricordi, l'affetto di Gesù, il figlio di Dio. Ecco che la parabola del seme è un modo di esprimere attraverso le pratiche agrarie che Gesù conosceva, come le sue parole sono il seme che vuole prendere dimora nella vita, e come la disposizione della gente ne condiziona le conseguenze di germinazione. La vita, la quotidianità sono lo spazio dell'aridità, come anche della fertilità. Ascoltando Gesù, i discepoli e la gente percepiscono il seme della parola, Gesù stesso che si dona a loro e che può portare in loro un frutto adeguato o trovare il rifiuto disinteressato. Mi sto' convincendo che per ascoltare e comprendere il Vangelo occorre essere molto meno didattici e attivare quell'immaginazione che Sant'Ignazio tanto consigliava.

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