mercoledì 13 gennaio 2021

Quella casa non è un albergo.

Ebrei 2,14-18 e Marco 1,29-39


Chi ha visto Cafarnao, rimane sempre colpito dalla vastità della città e dalla particolarità della casa di Pietro; una casa che nei tempi successivi è stata trasformata: da Domus-Ecclesia (casa Chiesa) a vero e proprio santuario e luogo di pellegrinaggi, questo già dal primo secolo dC.
Ma guardando con gli occhi del Vangelo e togliendo strato per strato, tutto ciò che nel tempo è stato aggiunto e modificato, ecco che appare una "casa tra le altre case",un luogo di vita importantissimo per la famiglia di Simone; una  straordinaria testimonianza: appare quella soglia dove "Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta".
Gesù è accolto in una casa, e in quella casa condivide come dice la lettera agli Ebrei la "carne e il sangue", si prende cura della nostra umanità fragile.  Si prende cura della suocera di Simone (Pietro); si prende cura delle infermità di chi gli viene portato per essere guarito; Gesù a partire dalla semplicità di quella casa tra le case vuole venire in aiuto a coloro che subiscono la prova. La casa di Simone a Cafarnao, non è quindi solo un luogo, una abitazione, un santuario ... Essa è la casa in cui il figlio di Dio ha condiviso con noi, nella carne, la sua quotidianità, prendendosi cura della nostra fragilità per "liberarci dalla morte". Impariamo anche noi a prenderci cura veramente, della umana fragilità.

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