sabato 23 gennaio 2021

Un Vangelo difficile ...

 Ebrei 9,2-3.11-14 e Marco 3,20-21


Dopo aver riunito attorno a sé un gruppo ristretto di amici, perché stessero con lui, una specie di nuova famiglia, ecco che l'evangelista Marco, per la prima volta introduce il rapporto con la famiglia di origine del Signore. Forse questo gruppo ristretto risponde anche alla necessità di sentirsi unito a qualcuno, di avere una relazione forte e privilegiata con qualcuno che non sia semplicemente affascinato dalle parole o alla ricerca di segni potenti. Gesù cerca realmente di generare e di alimentare vincoli profondi, il Vangelo a bisogno di questa intimità umana. Di fronte a questo, l'evangelista accosta il rapporto con le origini di Gesù. Rari sono nei vangeli i contatti con la realtà di Nazareth e con i parenti stretti e quando questo accade, la narrazione declina verso l'incomprensione fino anche al rifiuto. Non è quindi strano immaginare che il clan di origine di Gesù, per molti motivi, sia arrivato a Cafarnao con l'intento di ricondurlo a Nazareth e ridurlo al silenzio. Gesù se ne è andato da Nazareth, forse in modo anche inaspettato, magari senza l'assenso di tutti, e suscitando perplessità da parte di chi non capiva che cosa questo "giovane" stava cercando, invece di pensare a farsi una famiglia, e a proseguire il lavoro del padre: "cosa va a cercare a Cafarnao?" Da lì a poco, a Nazareth ritornano gli echi di quanto accade sul Lago, i segni compiuti e delle parole che "sconvolgono" le menti; forse anche sono giunte le sollecitazioni preoccupate degli Scribi e dei Farisei. Ecco perché l'evangelista annota: "È fuori di sé ... uscirono per andare a prenderlo ..."
Questa annotazione così colorita, ci rimanda la realtà concreta della reazione dei famigliari del Signore. Ma ci conferma anche che nelle intenzioni di Gesù è chiaro e determinato quale conseguenza ha annunciare il Vangelo a partire da chi ci è attorno.
 

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