martedì 12 gennaio 2021

Timore e stupore a Cafarnao

Ebrei 2,5-12 e Marco 1,21-28


Il Vangelo di Marco inizia subito mettendo in evidenza cosa accade quando Gesù, da Nazareth scende al lago e va ad abitare a Cafarnao. Dopo i primi approcci personali con Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni il Vangelo allarga lo sguardo per darci una visione complessiva: l'insegnamento (la Parola) per tutti nella sinagoga; la reazione immediata alla Parola; il contatto con il male.
Non esiste un prontuario della Parola, un vademecum di frasi ed espressioni ad effetto che costituiscono il "Vangelo"; esiste Gesù e la Parola che esce dalla sua bocca ed esprime il pensiero, i sentimenti, la sapienza del Figlio di Dio. Quel Gesù-Parola, è immediata nel suo comunicarsi, è improvvisa nel suo apparire, è veloce nel suo agire; è sollecita nel suo dinamismo. È questo "insieme" che costituisce e diviene parte della relazione personale (Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni ...), come anche impatta con la realtà della vita. La Sinagoga, non è la scuola, non è il luogo del culto, ma è il luogo in cui la Parola di Dio, quella data dai Profeti risuona; la Sinagoga è lo spazio della vita comune in cui la preghiera da personale diviene occasione di tutta la comunità; la Sinagoga è lo spazio dove è possibile crescere, maturare e mutare la propria umanità. Gesù-Parola, nella Sinagoga provoca una reazione spontanea e immediata di stupore, di meraviglia, ma anche di timore perché quel Gesù-Parola resiste anche alla forza del male, anzi la domina.
Come Gesù-Parola entra in dialogo con me stesso, ora quel dialogo si dilata a tutti gli spazi della mia vita quotidiana. Quali stupori e quali timori riconosco?

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