sabato 30 gennaio 2021

La Parola e la nostra paura

Ebrei 11,1-2.8-19 e Marco 4,35-41


Quante cose sono accadute da quando Gesù è arrivato a Cafarnao, quante parole dette, in Sinagoga, nella casa di Simone, nelle strade, al porto ... Quanti segni di guarigione compiuti, e quali esperienze di invio hanno dato forma alla vita dei discepoli; eppure ora sulla barca in mezzo al lago in tempesta, tutto sembra sprofondare: "Perché avete paura? Non avete ancora fede?"
Quando anche noi siamo preda di nostri pensieri e delle nostre paure ecco che ci sembra proprio di non avere la fede. Quando sostituiamo l'esperienza che facciamo del Signore con il nostro ego-autoreferenziale, la fede perde il suo fascino e la sua forza. Ascoltare la Parola da il suo frutto? Ascoltare, meditare ogni giorno il Vangelo, da il suo frutto? Permette di limitare quel pensiero, quella autorefernzialita che è alimento o occasione di paura è che non mi dispone a quell'abbandono al Signore che diviene conduzione di solidità anche nella tempesta?
Il Vangelo di oggi è quasi una prova di esame, un momento in cui Gesù fa la verifica di quanto i discepoli hanno realmente capito è fatto proprio. Esito insufficiente: "non hanno ancora fede". Ecco allora che si riparte proprio dalla Parola, è stato necessario essere messi alla prova e fare esperienza del fallimento, perché solo così possiamo ripartire da Gesù che Parla e che mette la Parola a fondamento delle esperienze che facciamo. La Parola non si scandalizza delle nostre paure, ma deve entrare nelle nostre paure per poterle trasformare.

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