sabato 2 gennaio 2021

La promessa fatta è la vita eterna.

1 Gv 2,22-28 e Gv 1,19-28


Se per millenni l'uomo ha considerato come priorità assoluta ed  esistenziale la vita eterna; ora nel mondo scientista, globalizzato e materialista, la priorità non è la vita eterna ma il prolungamento della vita fisica. Questo atteggiamento umano, preclude l'affidamento al mistero di Dio e all'incarnazione. Tutto si basa sulla autoreferenzialità umana e personale, ma immediatamente ne emergono anche i limiti e l'estrema fragilità.
È certamente una tentazione umana, superare la fede con la concretezza e il possesso della conoscenza. Ma questo percorso umano e razionalista non conduce alla verità, ma ci porta ad affrontare un limite estremo, illusi che il superamento dei precedenti sia presupposto per la vittoria finale. Che sia anche questo l'anticristo dei nostri giorni? Si questo processo intellettuale nega il Cristo venuto nella carne, o anche solo né depotenzia l'efficacia, e quindi toglie ogni prospettiva di condividere la vita di Dio. Ma noi abbiamo l'unzione, cioè apparteniamo a Dio in forza del suo amore eterno che ci ha consacrato e marcato in modo indelebile; egli ha reso la nostra carne capace di eternità. Forse il Vangelo di oggi, non ci suggerisce che Gesù è nascosto tra noi e noi non lo conosciamo. Tutti, a quel tempo lo indagavano, ma Lui non era così facilmente identificabile, eppure era tra loro. Oggi nessuno tra noi lo cerca, nessuno sembra indagarlo, ma egli rimane tra noi ... egli resta come sempre e per sempre.

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