sabato 6 marzo 2021

Con i peccatori!

Michea 7,14-15.18-20 e Luca 15,1-3.11-32


"Costui accoglie i peccatori e mangia con loro". Non è un gruppo circoscritto e di èlite che Gesù va radunando attorno a lui; non sono le menti eccelse di Israele; neppure i più devoti cultori delle tradizioni, ma Gesù si lascia avvicinare, si lascia accostare da pubblicani e peccatori, e si intrattiene con loro, fino a condividerne anche la mensa. È questa l'immagine originaria e autentica della Chiesa. La Chiesa non è la congrega dei buoni, e non si costituisce intorno a interessi eccelsi, e neppure è l'istituzione di morale e di etica pubblica mondiale. La Chiesa ha bisogno oggi, come sempre, di recuperare e rispecchiarsi nel suo Signore e nelle sue parole. Solo con una tale capacità di includere anche i figli che se ne vanno sbattendo la porta, come quelli irritati che custodisce nelle sicure stanze della propria "dimora", la Chiesa può fare esperienza della gioia e della festa"per quel figlio che era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato".
Non rimpiangiamo una Chiesa istituzione a cui tanti fanno riferimento, più per convenzione che per adesione del cuore. Non desideriamo una Chiesa che richiama folle osannanti ma che cerca solo di mostrare i muscoli di fronte a un mondo che va per la sua strada. Non chiediamo alla Chiesa di rivestire i panni austeri del giudizio, per fare contenti i figli tristi che vivono una relazione di fede frustrante, fatta di prescrizioni e precetti, ma nulla o quasi hanno a che fare con della Legge di Dio.
La parabola dei due fratelli non usiamola solo come espediente catechetico alla prima confessione, ma usiamola  come paradigma di ciò che ogni discepolo di Gesù è chiamato ad essere di fronte al prossimo, per generare la quella Chiesa capace di essere il Vangelo della fraternità.

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