martedì 16 marzo 2021

Gesù si fa fratello al paralitico

Ezechiele 47,1-9.12 e Giovanni 5,1-16


"Vuoi guarire?"
Certo che è una strana domanda - questa di Gesù - da fare a un uomo paralitico. Una domanda superflua fatta a un uomo,  malato da trentotto anni. Un uomo che come lui stesso attesta non ha nessuno ... "Che lo introduca nell'acqua" , per poter essere guarito. Non ha nessuno; la sua vita è diventata la sua solitudine ... Attesa della morte senza poter fare nulla. La risposta del paralitico è una resa su tutti i fronti, non vi è desiderio, non speranza, solo rassegnazione.
"Àlzati, prendi la tua barella e cammina!"
Gesù non aspetta una risposta affermativa, non attende una invocazione come il grido del circo di Gerico ... La vicinanza di Gesù, si esprime la tenerezza delle sue parole che immediatamente riempiono la solitudine e divengono la guarigione, ma soprattutto la possibilità per una vita che non sia più solitudine.
Non è tanto il miracolo della guarigione che l'evangelista vuole sottolineare, quanto la situazione di questo uomo, che nella sua fragilità sperimenta la solitudine, il suo isolamento; tutto è precario, anche le relazioni. Ma la malattia più grave non è quella fisica, ma la mancanza di fratelli ... In quella solitudine viene meno e si logora ogni vincolo di fraternità. Gesù con quel "vuoi guarire", mostra la su attenzione, si rivolge all'uomo, come forse da tempo più nessuno osava. È la fraternità che crea la possibilità di un vero miracolo ... La vicinanza di Gesù da forza, da coraggio. Quel paralitico, non andrà a immergere le sue membra malate nella piscina, ma aggrappato alla parola ricevuta da Gesù, si alza dal "lettuccio" e si rimette nel cammino della vita, in quel cammino dal quale si era dissociato, si era allontanato, vivendo per scelta o per forza una solitudine disumana, la solitudine di tutti quei poveri infermi, ciechi, zoppi e paralitici, che alla porta delle pecore, alla piscina, attendevano un segno di misericordia da Dio, non potendo sperare nulla da loro fratelli di carne.

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