giovedì 6 maggio 2021

Quali segni e prodigi riconosce la Chiesa?

Atti 15,7-21 e Giovanni 15,9-11


Il "Concilio di Gerusalemme" raccontato nella pagina di Atti mette in risalto la tensione nella Chiesa delle origini tra provenienza giudaica e provenienza pagana; mette in evidenza le diversità culturali, di pensiero e di costume ... e non solo.
Ciò che emerge nel Concilio, non è semplicemente una decisione frutto di compromessi, ma la risposta di tutta la Chiesa, cioè di tutte le comunità che ormai in piena diffusione, hanno in Gerusalemme il punto più alto dell'esperienza di comunione: lasciare che la "parola" risuoni e parli ancora,  mostrando i segni e i riferiti dell'opera di Dio nella storia. 
A Gerusalemme tutti riconoscono di essere salvati per grazia, cioè per dono di amore di Dio, nella morte e risurrezione di Gesù, realtà che è per tutti gli uomini, in quanto tutti figli e fratelli. Si apre in origine - non dobbiamo dimenticarlo mai - la possibilità di essere discepoli di Gesù a prescindere dalle differenze di religione, condizione sociale e genere.
Questo convincimento è il frutto bello del discernimento comunitario, che non è un processo attraverso il quale arriviamo a conciliare posizioni differenti, ma è il modello di come agisce la Chiesa nelle scelte importanti. Contestazioni e crisi sono inevitabili perché la Chiesa è un corpo unico nel quale ogni diversità che lo costituisce appartiene a tutti i diversi. Il discernimento comunitario è un processo di crescita della Chiesa che si vede e percepisce in cammino,  approfondisce e accoglie l'evolversi della sua identità che consiste nel riconoscersi strumento per la fede di tutti, non certo solo dei devoti.

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