giovedì 12 agosto 2021

Ci condonò tutto il debito

Giosuè 3,7-17 e Matteo 18,21-19,1


Un dialogo, frutto della ingenuità di Pietro e della franchezza di Gesù.
Da una parte Pietro, cerca un paravento, un appiglio alla propria incapacità di perdonare; esperienza che diciamolo chiaramente è anche la nostra.
Esistono per tutti noi relazioni complicate, ferite profonde, rigidità che non riusciamo a vincere, a superare a riempire di perdono. Sono quelle situazioni che ci mettono con le spalle sul muro, e che ci fanno sentire tutta la nostra inadeguatezza rispetto al Vangelo di Gesù. Di fronte a questo limite, il nostro tentativo di superamento cerca una giustificazione: "Signore, (...) quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?"
Rinunciare al proprio limite, non è per nulla facile. Il Vangelo non insegna solo il perdono e la misericordia; Gesù nella parabola parte da un dato di fatto: a ciascuno è perdonato tutto il debito. Fosse è proprio questo che ci sfugge quando siamo nella impossibilità di perdonare. È il peso del nostro debito, il legame, (vincolo), con il nostro limite dal quale non sentiamo la liberazione, che ci impedisce di perdonare realmente al nostro fratello.
Le parole di Gesù ci portano all'interno della vera esperienza di perdono, dentro al superamento delle nostre "fatiche". Il perdono non è una concessione rispetto alla morale giudicante; il perdono, tra due persone che prima di tutto si riconoscono uniti nella fratellanza, rappresenta il primato dell'amore rispetto al tutto della loro relazione. Quando non amiamo, le ferite restano! È l'amore al prossimo la chiave di svolta!
Una consolazione: l'amore di Dio ci precede e ci condona a tutto!

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